giovedì 27 agosto 2009

Spaghetti integrali con fagiolini e pomodorini al gratin


Durante la gita domenicale lungo il fiume Aare ci siamo fermati presso una fattoria a comprare della verdura, la signora aveva dei bei fagiolini e meravigliosi mirtilli e lamponi.
I cornetti mi sono serviti a preparare questo piatto gustoso.
Poi con degli avanzi del frigo ho raffazzonato un'insalata che non era niente male.





per 4 persone
  • 200 gr di pomodorini ciliegia
  • 2 C di lievito alimentare in scaglie (per chi preferisce grana grattuggiato)
  • 2 C di pangrattato
  • 1 C di prezzemolo tritato
  • 200 gr di fagiolini
  • 300 gr di spaghetti o linguine integrali
  • olio e.v.o., sale
Lavate i pomodorini, tagliateli a metà e trasferiteli sul fondo di una teglia foderata con carta oleata. In una ciotola mescolate il lievtio in scaglie con il pangrattato e il prezzemolo. Cospargete il composto sui pomodorini, irrorateli con l'olio e fateli dorare sotto il grill del forno ben caldo per 4-5 minuti. Intanto lavate i fagiolini e tagliateli a tocchetti in senso diagonale. Cuocete la pasta e i fagiolini insieme, per i fagiolini calcolate 1o minuti. Scolate il tutto, aggiungeteli nella teglia con i pomodorini e mescolate bene per insaporire.

Per l'insalata, pomodorini, sedano, prezzemolo, olive, capperi, semi di girasole e zucca tostati (io ne tosto un bel po' alla volta e li tengo in un vasetto pronti all'uso), condite con limone, olio e un pizzico di acidulato di umeboshi che io ormai uso al posto dell'aceto e del sale, ha un sapore salato e acido insieme che io trovo ottimo sulle insalate.

Cosa sono le umeboshi e il succo che si ottiene?
Originario della Cina, dove il suo uso è ricordato da più di 3.000 anni, il frutto dell'Ume è frequentemente considerato una prugna (si parla spesso di "prugne" Umeboshi), ma è in realtà più vicino alle albicocche sia botanicamente che come aspetto e sapore. Testi cinesi di duemila anni fa ne descrivono già le proprietà medicinali. L'Ume è uno degli alberi più cari allo spirito giapponese: fiorisce in Febbraio, nel periodo più freddo dell'anno, ed è perciò rispettato per la sua forza nelle avversità. E' chiamato, insieme al pino ed al bambù, uno dei "tre amici del freddo intenso". Il frutto dell'Ume raggiunge il massimo di dimensioni e succosità a metà Giugno, durante la stagione piovosa. Se lasciato sull'albero, il frutto diventa giallo e di sapore abbastanza dolce ma, per preparare le Umeboshi, i frutti dell'Ume sono sempre raccolti verdi, quando il loro contenuto in acido citrico è al massimo. Parte delle qualità che vengono tradizionalmente attribuite alle Umeboshi, infatti, sono probabilmente da attribuirsi proprio alla presenza in essa di acido citrico. Si sa, infatti, che questa sostanza aiuta a metabolizzare meglio l'acido lattico che si forma nei tessuti dopo uno sforzo, o i metaboliti acidi che si sviluppano in seguito al consumo di alimenti acidificanti (proteine animali, dolciumi, ecc.). Dato che condizioni acide del sangue possono determinare senso di stanchezza ed intorpidimento mentale, questo potrebbe essere il meccanismo per cui l'Umeboshi viene considerata efficace nel dare un senso di freschezza e nuova energia. E' anche noto che l'acido citrico facilita l'assorbimento a livello dell'intestino di importanti minerali quali Ferro, Calcio e Magnesio, e questi minerali, come pure lo stesso sale con cui le Umeboshi sono messe a stagionare, possiedono tutti effetto alcalinizzante.
La presenza nelle Umeboshi di sostanze naturali battericide, riscontrata in numerose ricerche, potrebbe essere invece all'origine dell'uso tradizionale di questo condimento per dissenterie e disturbi intestinali in genere. Qualunque ne siano le basi scientifiche, tutte le famiglie giapponesi hanno tradizionalmente considerato le Umeboshi, allo stesso tempo, un saporito condimento ed un aiuto naturale per la disintossicazione ed il rafforzamento dell'organismo, ed hanno dedicato volentieri tempo ed energia al preparare in casa questo condimento. Persino nel modernissimo Giappone di oggi, alcune famiglie continuano questa tradizione.

7 commenti:

marianna franchi ha detto...

E' sempre un piacere per me venire nella tua cucina!!! Che primo fantastico!
Non avevo mai pensato di mettere il lievito alimentare...sò che è ricco di propriètà e che fà bene alla pelle (se non sbaglio!)...non dà un sapore forte alla pasta?
Grazie per la spiegazione dell'umeboshi è interessante!!!
Segno la ricetta!!!!
Ciao un abbraccio

Betty ha detto...

ciao. Complimenti, davvero un bel piatto!
buona giornata.

eli ha detto...

Anche io uso spesso la pasta integrale, trovo che sazi di più di quella bianca.
Questo primo piatto è molto buono lo rifarò nella versione con il parmigiano...il lievito non riesco a farmelo piacere.
Ciao e buon w.e.

spighetta ha detto...

Amo in modo particolare la pasta integrale ed il tuo condimento mi sembra magnifico in questo periodo!

Luca and Sabrina ha detto...

Magnifico questo piatto, anche noi ultimamente stiamo prediligendo la pasta integrale! Il condimento che hai riservato a questo piatto è squisitissimo e incontra il nostro gusto, ce lo segnamo!
Un abbraccio e premio per te
Sabrina&Luca

Isafragola ha detto...

Buono è buono, ma io per ora non accendo il forno! Me lo segno per la stagione fresca. Bella la spiegazione sulle umeboshi. Ma il lievito di birra non è insapore? Io non sento gusti particolari...

Lisette ha detto...

Mariafra, il lievito non dà sapori forti, almeno quello in scaglie io uso. ad ogni modo ultimamente uso il Liego (trovato da Natura si) un misto di gomasio e lievito che ha un saporino delicato e un po' salato.anche sulla pasta è buonissimo.

Betty, grazie 1000.

Eli, prova il liego ;))

Spighetta, sei sempre gentile :))

L&S, la pasta integrale dà molta piu' energia di quella bianca, raffinatissima che gonfia e non da nutrimento.un bacio!

Isafragola, un po' insapore lo è...;)